Fusioni e aggregazioni nel consumer: Italia controvento, continua a crescere

Global Business
A livello globale, il primo semestre è stato caratterizzato da un rallentamento delle operazioni di m&a, mentre il mercato italiano ha continuato a crescere, anche per una questione dimensionale

Il rialzo dei tassi e il rallentamento della crescita economica zavorrano il settore delle fusioni e acquisizioni a livello globale, mentre l’Italia continua a crescere. Un andamento, quello nazionale, che si presta a molteplici letture.

Riflusso per il commercio elettronico dopo il boom post Covid

Secondo l’ultima rilevazione di PwC relativa ai consumer markets, le aggregazioni tra gennaio e giugno del 2023 hanno fatto registrare volumi del 12% inferiori a quanto rilevato nello stesso periodo dello scorso anno, toccando il minimo storico dall’inizio del periodo pandemico, sulla scia della pressione inflattiva e dei relativi impatti sulla propensione al consumo. Il calo ha colpito principalmente le operazioni annunciate da investitori finanziari (-22% a volumi) e quelle di grandi dimensioni (-41% a valore).

È crollato di oltre un terzo il macrosettore household & personal products (-36%), la cui contrazione è legata al rinvio di decisioni di spesa discrezionale, spesso finanziate con il ricorso ai finanziamenti. Mentre si è addirittura più che dimezzata l’attività nell’eCommerce (-57%), che aveva beneficiato di un’ondata di m&a nel periodo post Covid.

L’eccezione italiana in un mercato in frenata

In Italia continua a esserci spazio per le aggregazioni. Il primo semestre ha registrato un aumento del 37% a volume, sostenuto in egual misura da investitori strategici e finanziari, confermando il trend di crescita a doppia cifra avviato nel 2018 e arrestatosi solo nel 2020.

A livello di volumi, il segmento più ricco di operazioni è stato il food & beverage con 48 deal annunciati (tra cui Red Circle/Poke House, Cdp/Granarolo), seguito dal macrosettore specialty retail (31 operazioni, tra cui Hig/ Pinalli, Verteq/Epilate), con il fashion sul gradino basso del podio (28 operazioni, tra cui San Quirico/Minerva Hub, Permira/Gruppo Florence, NB Reinassance & Style Capital/U-Power).

Queste tendenze spingono Emanuela Pettenò, partner di PwC Italia, consumer markets & markets deals leader, a parlare di “un anno complesso per le operazioni di m&a, e, anche se le aspettative per il secondo semestre sono più positive, l’attività rimarrà significativamente più contenuta a causa delle difficoltà di finanziamento delle operazioni di maggiore dimensione e della cautela da parte degli investitori finanziari, soprattutto su segmenti considerati maturi”.

In Italia restano spazi di aggregazione

Quanto all’Italia, l’esperta segnala che “lo scenario italiano è complessivamente più favorevole, grazie anche alla dimensione media inferiore delle aziende target, del tessuto industriale più frammentato idoneo per progetti di buy-and-build, di fondi specializzati su questa dimensione di investimenti, più facilmente finanziabile, con potenziali rinvii delle operazioni di m&a di taglio superiore”. Questo a livello generale, anche se va ricordato che generalmente le aggregazioni vedono le aziende del nostro Paese come prede e non predatrici. Il che non è sempre un male, ma solo nella misura in cui gli acquirenti esteri rispettano la tradizione e l’occupazione, evitando azioni predatorie come invece spesso è accaduto in passato

Tornando all’indagine, nel settore retail e in alcuni segmenti del comparto leisure, si prevede anche un aumento delle operazioni di ristrutturazione e di distressed m&a con controparti industriali liquide o fondi specializzati, che potrebbero approfittare di situazioni critiche di alcune aziende per spuntare multipli favorevoli.

 

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