Internet è una minaccia per la sostenibilità?

Secondo uno studio promosso da Karma Metrix, il consumo delle big tech è aumentato del 198% negli ultimi tre anni. Ma si può intervenire.

Il tema ambientale è sempre più top of mind delle aziende. Un ambito in cui vi sono importanti investimenti anche se il percorso verso la neutralità climatica è solo agli inizi e ben lungi da essere di prossimo raggiungimento. Sul tema è stata presentata la ricerca Karma Metrix, un algoritmo messo a punto da AnvantGrade.com, (agenzia di Seo e digital marketing) in grado di calcolare il livello di emissioni di un sito web. La ricerca è stata presentata in una conferenza stampa da Ale Agostini (ideatore del progetto Karma Metrix) e Roberto Razeto (Esperto di cambiamento Climatico).

Calcolare le emissioni

Il dato di partenza è quello diramato dal Global Carbon Project sui consumi energetici delle Faang. L'acronimo Faang identifica le big tech Facebook, Amazon, Apple Netflix e Google, tutte big corp quotate al Nasdaq. Ebbene, secondo il Global Carbon Project, le Faang hanno consumato 49,7 Milioni di MWh in un anno. Per farsi un'idea tangibile dell'ammontare di cui parliamo, basti considerare che sommando i consumo di Romania , Portogallo e Grecia non si arriva a questi valori. Il computo è effettuato analizzando anche i bilanci di sostenibilità che sono disponibili solo dal 2018 e, attraverso di essi, si è ricavato che il consumo di energia è quasi triplicato negli ultimi tra anni partendo da 16,6 milioni di MWh alla cifra attuale.
A partite da questi dati di consumo, l'osservatorio Esg Karma Metrix, analizzando i bilanci di sostenibilità degli ultimi 3 anni, ha ricavato i valori di energia consumata e di CO2 prodotta per ogni anno. In sintesi, le cinque aziende che compongono il gruppo Faang hanno emesso 98,7 milioni di tonnellate di CO2, più dell’intera Repubblica Ceca (92,1), con un aumento complessivo delle emissioni del 17% dal 2018 al 2020. Non tutte le cinque aziende hanno dinamiche simili; in particolare Appel e Google stanno riducendo le emissioni attraverso l'utilizzo crescente delle fonti rinnovabili e a una maggiore efficienza dei data center.

Cercare l'energy saving

Lo studio Karm Ketrix evidenzia come le emissioni di Co2 dei siti web siano agganciate prevalentemente all'utilizzo dei combustibili fossili che alimentano i server, i sistemi di raffreddamento dei data center e le centinaia di milioni di dispositivi in mano agli utente. In particolare, gli algoritmi che girano lato server possono essere migliorati nella direzione di ridurre la potenza di calcolo per rispondere agli input degli utenti. Di converso, anche le modalità di utilizzo del web impattano notevolmente come nel tipo di presentazioni. Basti pensare che solo utilizzando il dark mode, il saving può essere tangibile. Karma Metrix ha messo a punto un decalogo di condotta digitale che permette di limitare le emissioni. Nel dettaglio:

  1. Cancellare le foto non utilizzate
  2. Visitare siti poco inquinanti
  3. Utilizzare piattaforme di scambio file per grandi dimensioni
  4. Utilizzare lo streaming con moderazione.
  5. Cancellare le email superflue
  6. Eliminare le App non utilizzate
  7. Web Meeting senza video
  8. Limitare foto, video e vocali
  9. Tenere un solo backup
  10. Utilizzare il dark mode di Google

Secondo Ale Agostini, ideatore di Karma Metrix: "Risparmiare o compensare questo è il dilemma nella lotta al cambiamento climatico. Sulla sostenibilità digitale alcune Big Tech hanno capito che la salvezza del pianeta passa in primis dalla ricerca maniacale della massima efficienza tecnica e del risparmio energetico. Piantare alberi è un gesto lodevole ma non basta. Ogni azienda che investe in digital deve intervenire alla radice con misurazioni e azioni che permettono di contenere le emissioni derivanti dal digitale. Così facendo si risparmia tempo, si emette meno CO2 e si spendono meno soldi nella bolletta elettrica”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome