L’economia della pigrizia

di Grégoire Kaufman consulente food & retail @loskaufmanos

Semplificare la vita, risparmiare tempo e sforzi, queste sono le promesse di fondo che alimentano il boom dell’economia della pigrizia. La digitalizzazione del settore del largo consumo ha permesso lo sviluppo di nuovi modi vendita, semplificando il percorso del cliente. Con la promessa compiuta del tutto e subito, Amazon ha rivoluzionato il commercio moderno, al di là del solito eCommerce. I nuovi standard di servizi, adottati velocemente dalle nuove generazioni digitali, hanno imposto il loro modello a tutti gli attori della filiera.

Nel mondo food, la crescita delle categorie snacking, gastronomia e piatti pronti, tutte soluzioni che richiedono il minimo sforzo nella preparazione, registrano una forte crescita. Sono diventate il primo mercato dei prodotti di largo consumo in Francia con 7 miliardi di fatturato. Una ricerca dello sforzo minimo anche per i consumatori che in pochi anni hanno adottato i servizi delle piattaforme come Uber Eats, Glovo o Deliveroo. Un altro fenomeno da monitorare, HelloFresh, azienda tedesca di consegna di kit di ricette, ha concluso il primo trimestre con un fatturato di 2,2 miliardi di euro in pieno boom. Sebbene gli attori del quick-commerce non hanno trovato ancora un modello economico sostenibile, le valorizzazioni folli dimostrano il grande interesse degli investitori per queste soluzioni basate sulla pigrizia. Manca poco e arriverà il delivery via drone, ultima evoluzione della semplificazione del percorso cliente.

Questa “economia della pigrizia” sta sconvolgendo tutti i modelli commerciali e in generale, sta trasformando il nostro rapporto con i bisogni del quotidiano. La pigrizia sta passando dalla sfera della vergogna a una attitudine socialmente accettata.

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