Il ruolo della Lombardia nell'agroalimentare al centro del convegno “La Roadmap del futuro per il Food&Beverage” di The European House - Ambrosetti

La Lombardia è la prima regione italiana per valore generato dalla filiera agroalimentare con un fatturato che sfiora i 40 miliardi di euro (39,8 per la precisione) e 10 miliardi in termini di esportazioni (9,6 miliardi), il 16% del totale nazionale. Sono alcuni dati chiave emersi durante la presentazione del 7° forum La Roadmap del futuro per il Food&Beverage: quali evoluzioni e quali sfide per i prossimi anni, che si terrà a Bormio il 9 e 10 giugno, organizzato da The European House-Ambrosetti, e coordinato da Cristina Lazzati, direttore responsabile di Mark Up e Gdoweek. È l'evento finale della Community Food&Beverage (settore che comprende tutte le aziende che producono e distribuiscono generi alimentari) di cui fanno parte 39 tra aziende e istituzioni di livello nazionale e internazionale e che vedrà quest’anno la partecipazione del ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida.

“Viviamo da ormai tre anni in una condizione di crisi permanente dettata dall’emergenza Covid, dalle tensioni internazionali e dal cambiamento climatico –commenta Valerio De Molli, managing partner & Ceo The European House - Ambrosetti. Un contesto in cui la filiera agroalimentare deve essere tutelata per mantenersi strategica così come il Food&Beverage che è naturalmente collegato ad essa: il settore rappresenta oggi 27 miliardi di valore aggiunto, quasi 160 miliardi di fatturato annuo e circa 490.000 occupati. Il 9 e 10 giugno a Bormio si discuteranno strategie e visione per il futuro del comparto con i ceo delle più importanti aziende italiane e internazionali”.

L'agroalimentare lombardo cresce a doppia cifra

Con 2,2 miliardi di euro (+7,2% sul 2020), la Lombardia è la terza regione italiana per prodotti certificati; spicca anche per valorizzazione dei propri prodotti: 9,6 miliardi di export, +71% rispetto al 2015. Oggi sono 162.000 gli occupati nella filiera, oltre il 25% in più rispetto al 2015. Secondo i dati elaborati da The European House - Ambrosetti, il fatturato dell’intera filiera agroalimentare è cresciuto dell’11% rispetto al 2015 e si avvicina ormai ai 40 miliardi di euro.

Per il suo 7° forum del settore, la Community Food&Beverage di The European House-Ambrosetti ha scelto Bormio e la Valtellina, territorio che solo nel 2022 ha generato un valore di 277 milioni di euro di produzioni agroalimentari certificate. Sondrio, al 19° posto in Italia per impatto economico della filiera, è anche al 15° per qualità della vita, un connubio creato attraverso l’impresa (2.345 quelle attive sul territorio, di cui 195 nel food&beverage), l’occupazione (oltre 5.700 addetti nel settore), l’export (più di 151 milioni di euro) e la cultura con oltre 42 prodotti agroalimentari tradizionali (al 1° posto fra le province lombarde). Da Sondrio proviene il 90% delle mele prodotte in Lombardia, e l’80% della produzione nazionale di bresaola; con 850 ettari di vigne e 2.500 km di muretti a secco, la Valtellina è il più grande vigneto terrazzato d’Italia e icona della viticoltura “eroica”.

Il 9 e 10 giugno a Bormio, durante i lavori del Forum, verranno presentate due ricerche realizzate ad hoc–sottolinea Valerio De Molli– la prima è un’analisi puntuale e aggiornata del fenomeno dell’Italian Sounding, del giro d’affari legato ai prodotti che emulano il made in Italy e del loro impatto sulle esportazioni italiane; la seconda, (R)evoluzione Sostenibile della filiera agroalimentare, approfondisce il rapporto dei consumatori con i consumi sostenibili e salutari”.

La filiera agroalimentare vale il 16,4% del Pil italiano

Come emerso dall’analisi di The European House - Ambrosetti, l’intera filiera agroalimentare italiana sostiene circa 30 macro-filiere per un valore aggiunto complessivo che corrisponde al 16,4% del Pil. Un contributo fondamentale arriva dall'incremento delle esportazioni al livelli record di 58,8 miliardi di euro nel 2022, un valore che sfonda la barriera dei 60 miliardi di euro se si considera anche il tabacco. La performance della filiera italiana è tuttavia ancora inferiore a quella dei principali concorrenti europei: l’Italia è solo quinta in Europa per valore dell'export. C’è un potenziale ancora da esprimere frenato, però, dall’elevata frammentazione della filiera composta per lo più da piccole imprese, e da fenomeni quali l’Italian Sounding.

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