L’Oréal Italia e AB InBev alzano l’asticella su welfare e genitorialità

Entrambe le aziende hanno implementato nuove politiche che incoraggiano il congedo parentale, anche in ottica di gender equality

Su tutti i temi caldi di oggi, sostenibilità o diversity che siano, tutti hanno qualcosa da dire. Poi c'è anche chi invece di parlare si presenta con iniziative concrete alla mano, guardando a una generale migliore work-life balance per tutti i dipendenti, a beneficio sia della produttività che della capacità attrattiva aziendale.

Dopo l'esempio di Everli e della (bellissima) iniziativa di workation, arrivano anche L'Oréal Italia e AB InBev con due rispettivi annunci che alzano l'asticella in ambito di welfare e sostegno ai dipendenti, in ottica anche di gender equality e inclusione.

Il colosso della birra AB InBev, infatti, ha implementato un congedo parentale di ventisei settimane al 100% della retribuzione. La nuova policy, attiva dal novembre 2021, coinvolge più di 13.500 dipendenti in oltre 20 Paesi europei. In Italia, AB InBev va oltre quanto prevede la legge in caso di maternità o adozione: per le mamme, durante le prime sei settimane di maternità facoltativa la retribuzione sarà integrata al 100% rispetto al 30% corrisposto dall’Inps come indennità. Ma non è tutto. AB InBev garantisce anche ai papà in caso di nascita o adozione l’estensione del periodo di congedo parentale. Per il 2021 l’attuale normativa, infatti, riconosce loro due settimane. Con la nuova policy, AB InBev corrisponde ai papà due ulteriori settimane al 100% della retribuzione, portando a 4 il totale di settimane di congedo.

Importanti passi avanti che ne fanno un esempio virtuoso anche per L’Oréal Italia, che quest'anno celebra, tra l'altro, i 50 anni del "perché voi valete" con un'apposita campagna a conferma del lavoro sull'empowerment femminile. Una visione comunicata all'esterno che con le ultime iniziative si conferma portata avanti con coerenza anche all'interno. L'azienda ha infatti introdotto un nuovo contratto integrativo aziendale e accelerato sul welfare con focus sulla salute e, anche in questo caso, sul supporto alla genitorialità. In quest'ultimo caso parliamo di un aumento a 6 settimane di permesso retribuito per il padre o secondo genitore (un "dettaglio" inclusivo ndr), nonché di un incremento al 30% del contributo economico aziendale in caso di utilizzo dell'astensione facoltativa genitoriale. Lato salute, l’azienda si prenderà carico della quota dipendente per il fondo sanitario di categoria Faschim, mentre per quanto riguarda l'incremento dei valori del Premio di Partecipazione, lo stesso potrà arrivare fino a 3200 euro lordi annui nel 2023 a fronte del raggiungimento degli obiettivi di business. Si conferma e rafforza, infine, il supporto ai dipendenti con familiari anziani sopra i 75 anni o non autosufficienti: concessione del part-time di 6 ore su richiesta per un massimo di 3 anni e orario flessibile.

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