Md – Cantone: ridefinire gli assortimenti per intercettare un target più composito

La priorità, per il nuovo anno, è ricalibrare l’offerta affinché sia in linea con le attese di un consumatore più eterogeneo, ma anche infedele

Da un lato, una revisione della proposta merceologica, per soddisfare una clientela sempre più trasversale; dall’altro, un’ulteriore focalizzazione sul concetto di value for money, da sempre centrale per la marca del distributore. Questi due fra i punti chiave della strategia di crescita di Md per il 2024. A raccontare degli asset di sviluppo aziendale e le prospettive del mercato per il nuovo anno, è Giuseppe Cantone, consigliere d’amministrazione e direttore commerciale dell’insegna.

Come sta andando questa ultima parte del 2023?
Bene, complessivamente. Stiamo registrando una ripresa dei volumi, principalmente grazie a una politica molto attenta sui prezzi, per la quale il consumatore ci sta premiando. Si tratta di un risultato frutto anche del nostro storico buon rapporto con i fornitori, principalmente copacker, con i quali abbiamo sempre coltivato relazioni in un’ottica di collaborazione. A ciò si aggiungono i buoni rapporti con le grandi marche, anche se il focus della nostra offerta è e resta, come si sa, la nostra marca commerciale.

Rapporti sempre complessi quelli con l’industria di marca ...
Oggi ci cercano, perché tutti hanno bisogno di far volumi. E noi, da parte nostra, siamo pronti a dare ai marchi industriali lo spazio che meritano. In altre parole, se una marca leader ci propone un’offerta vantaggiosa, che va nella direzione di un incremento dei volumi, la valutiamo con attenzione, senza preclusioni e con spirito propositivo.

Pensate di incrementare l’incidenza dei brand in assortimento?
No, il peso delle grandi marche sull’offerta merceologica complessiva, in Md, è inferiore al 10% e resterà tale, perché non vogliamo stravolgere il nostro concetto di discount; in alcuni comparti però, come nel baby care o nel petfood, i brand industriali hanno quote molto alte e sarebbe controproducente non inserirli in assortimento.
È chiaro che anche i prodotti di marca, spesso oggetto di operazioni promozionali, sono proposti a prezzi competitivi, un obiettivo che raggiungiamo grazie alle buone trattative commerciali che riusciamo a intavolare forti di una rete nazionale di oltre 800 punti di vendita.

Sarà così anche nel 2024?
Ci aspettiamo un primo trimestre 2024 ancora complicato, anche perché non sappiamo come andranno le dinamiche inflattive. Per questo, ci concentreremo sull’incremento dei volumi, investendo anche in nuovi progetti che vedono protagonista la mdd. In particolare, stiamo lavorando a un marchio nuovo, che presenteremo a Marca 2024, che evidenzi il concetto di value for money con un rapporto qualità-prezzo importante e che richiami il tema, a noi molto caro, dell’every day low price.

Amplierete quindi gli assortimenti?
Ci manterremo sempre su una numerica da discount, che vuol dire circa 3.000 codici per punto di vendita. Piuttosto, ci concentreremo sulla manutenzione assortimentale, cercando di capire se e quali categorie siano più adatta per approfondire le nostre linee a marchio. Siamo convinti che ci siano aree di miglioramento importanti ini alcuni segmenti. Ora dobbiamo comprendere se, per favorire la crescita di queste categorie, sia più strategico rivedere il posizionamento di alcuni dei nostri marchi o inserire brand industriali.

La priorità del 2024, quindi, è quella di ridefinire gli assortimenti?
Sì, anche in virtù della migrazione del cliente dal supermercato al discount. Un fenomeno che rileviamo soprattutto in alcuni momenti del mese, quando il consumatore frequenta preferibilmente il discount per un’esigenza di convenienza e che noi vogliamo cercare di catturare e trasformare in un bisogno continuativo … o in un desiderio. Solo lavorando sull’assortimento possiamo capire quanti, dei consumatori che vengono da Md per un tema di necessità, possono restare con noi, perché convinti dalla nostra offerta.

Quindi sarà prioritario ricentrare l’offerta...
La proposta assortimentale è fondamentale, anche se il cliente va fidelizzato tramite altri elementi, a partire dal format, che stiamo cercando di rendere ancora più piacevole. Un approccio che, come si evidenzia bene in alcuni dei nostri ultimi store, passa per una gestione dei freschi e dei freschissimi molto vicina al modello del supermercato. Continueremo anche a lavorare molto con la comunicazione.

Su che mezzi vi concentrerete?
La promozione televisiva, su cui abbiamo iniziato a puntare dal 2020, continua a darci riscontri significativi e stiamo valutando di partire con uno spot nuovo, per mantenere alta la nostra brand identity. Comunicazione, assortimento e format sono tutti fattori che possono favorire la nostra ulteriore crescita. Soprattutto in uno scenario complesso come quello attuale, credo ci sia spazio, per il discount, per migliorare ulteriormente le proprie performance e acquisire nuove quote di mercato.

Il 2023 è stato l’anno dell’introduzione della Direttiva Omnibus. Quali effetti per voi?
Ogni nuova normativa ha sempre un impatto sulle organizzazioni aziendali. Ciò detto, in riferimento a questa Direttiva in particolare, non abbiamo registrato effetti particolari, se non il coinvolgimento dei nostri sistemi informativi che si sono messi subito al lavoro per rispettare queste norme.

Potrebbe dare qualche preoccupazione in più, forse, il decreto Ue sul pagamento dei fornitori entro 30 giorni.
In questo caso, l’impatto sarà maggiore e lo stiamo già vedendo. Nel nostro bilancio 2023 abbiamo riscontrato un incremento importante di costi come gli oneri finanziari rispetto al 2022 a causa della congiuntura economica.
L’applicazione di questo decreto potrebbe comportare ulteriori costi, in una fase di mercato ancora incerta. Certo un’azienda con le spalle larghe, come la nostra, sarà in grado di riassorbire questo ulteriore appesantimento dei costi lungo la filiera. I player più piccoli faranno più fatica e gli aumenti verosimilmente ricadranno sul prezzo di vendita e, quindi, sul consumatore. In questo senso, spero che l’applicazione del provvedimento, così come è accaduto per la tassa sullo zucchero o quella sulla plastica, venga posticipata.

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