Nuova fase per un comparto carni e salumi in risalita

Carni e salumi
Sostenibilità vicina ai nuovi consumatori, maggiore redditività e più esportazioni nel futuro. Alle Istituzioni la richiesta Assica di essere messi al pari di altre filiere alimentari per l’IVA

Carni e salumi, un comparto vessato dall’aumento dei costi che erano in calo all’inizio del 2023 e sono di nuovo in risalita. “Il protrarsi di questa dinamica – afferma Pietro D’Angeli, neo eletto presidente Assica- non ci consente di investire in vera sostenibilità, sviluppo e occupazione, oltre che incidere sulla redditività che per un’impresa è indispensabile”. I tassi e il peso dell’aumento del costo del denaro contribuiscono a una situazione difficile per l’accesso al credito delle piccole aziende. “Scenario preoccupante in un contesto industriale in cui il consumatore si sta rivolgendo a categorie sempre più basse per l’alimentazione e noi non vogliamo peggiorare la qualità”.

Carni e salumi
Pietro D'Angeli, presidente Assica
Guardando ad altre filiere

Secondo Assica la soluzione potrebbe essere quella della riduzione dell’IVA che andrebbe portata dal 10 al 4% al pari dei prodotti ortofrutticoli. “Abbiamo con le Istituzioni interessi comuni e risultati significativi su alcuni fronti come la transizioni green e il cambiamento climatico, il contrasto al sommerso, il nuovo contratto di lavoro, la peste suina africana che desta notevole preoccupazione in Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia” continua il presidente invocando la tutela di importanti DOP con il San Daniele e il Prosciutto di Parma. “Bisogna impedire l’avanzamento dell’infezione”. Dice auspicando di contrastare la diffusione della PSA attraverso la condivisione e la messa in atto di azioni coordinate per l’eradicazione dell’infezione.

“Rappresentiamo le carni dal 1946, supportiamo la crescita delle imprese di un settore la cui il più grande tratto distintivo è dare forza a tante piccole medie imprese”. L'elezione di Pietro D’Angeli è avvenuta durante l’Assemblea di giugno, in cui si è tenuta anche la tavola rotonda “Le prospettive della filiera dei salumi, fra cambiamenti economici e sfide dello sviluppo sostenibile”, che rientra nell’ambito della campagna europea “Trust Your Taste, CHOOSE EUROPEAN QUALITY”.

Tema caro al settore è quello della tutala del Made in Italy in ambito europeo.

Impegno costante

“L’export è a rischio va tutelato con un impegno che non conosca battute d’arresto”. Tra gli obiettivi del futuro favorire internazionalizzazione delle PMI e rispondere adeguatamente alla voglia di mangiare italiano.
Il presidente ricorda infine agli associati di aprire le aziende ai giovani, alle università ai centri di ricerca. “Noi non più giovani dobbiamo accoglierli e dare loro spazio accettandone anche gli errori”.

Quadro del comparto suinicolo

Presentato anche un quadro di settore nel 2022, anno del post pandemia e della crisi energetica. Dalla ricerca si evince che le aziende del comparto suinicolo sono state messe particolarmente alla prova. Lo scorso anno si è avuta una flessione sia nella produzione di salumi (-2,2%) che nei consumi (–2,1% nel consumo apparente pro-capite in Italia), una decrescita della domanda interna, cui si è aggiunta, nell’ultimo trimestre del 2022, anche la forte contrazione di quella estera. E la situazione non sembra migliorare per il 2023.
Nel complesso dell’anno la disponibilità totale per il consumo nazionale di salumi (compresa la bresaola) è stata di 994,1 mila tonnellate (-2,1%) contro 1,015 milioni di tonnellate dell’anno precedente. Il consumo apparente pro-capite, considerato l’andamento della popolazione, si è attestato intorno ai 16,7 kg contro i 17,0 del 2021 (-2,1%).

Andamenti dei consumi

I consumi apparenti dei prosciutti crudi stagionati sono scesi a 219.700 tonnellate (-1,2%); quelli di prosciutto cotto sono saliti a quota 276.100 tonnellate (+0,5%). Sono risultati in aumento anche i consumi di mortadella e wurstel (+6,0% per 202.100 tonnellate) e quelli di salame attestatisi a 84.900 tonnellate (+4,2%). Hanno evidenziato un deciso ridimensionamento i consumi di bresaola scesi a 24.000 tonnellate dalle 25.800 dell’anno precedente (-6,9%) e quelli degli “altri salumi”, attestatisi a 187.200 tonnellate (-14,8%).
La struttura dei consumi interni vede quindi al primo posto sempre il prosciutto cotto, con una quota pari al 27,8% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo al 22,1%, da mortadella/wurstel al 20,3%, dal salame all’8,5% e dalla bresaola al 2,4%. Chiudono gli altri salumi al 18,8%.

Considerando l’insieme dei salumi e delle carni suine fresche, il consumo apparente pro-capite è rimasto stabile a 28,4 kg (+0,2%) grazie all’incremento registrato dai consumi di carne suina fresca (+3,6%).

Sfiorati i 9 miliardi di euro

Nel 2022 la produzione di conserve animali e quella di grassi lavorati è risultata in flessione rispetto a quella dell’anno precedente attestandosi a 1,393 milioni di tonnellate da 1,433 milioni di tonnellate del 2021 (-2,8%). L’insieme delle produzioni ha in ogni caso presentato un fatturato di 8.964 milioni di euro, superiore (+2,2%) a quello del 2021 (8.774 milioni di euro).
La produzione di salumi nel 2022 ha evidenziato una flessione in quantità, dopo l’importante incremento registrato nel 2021 e ha chiuso i dodici mesi attestandosi a 1,143 milioni di tonnellate da 1,169 del 2021 (-2,2%). È risultato in leggero aumento, invece, il valore della produzione salito a 8.522 milioni di euro (+1,2%) da 8.420 milioni del 2021 spinto dagli aumenti dei costi di produzione.
Anche in merito alla produzione (in volumi) il primo posto va al prosciutto cotto, con una quota pari al 25,4% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo al 24,4%, dalla mortadella al 14,9%, dal salame all’11% e dai wurstel al 5,5 %. Chiudono gli altri salumi al 19%.

Esportazioni

Discreto risultato per le esportazioni di salumi italiani nel 2022 nonostante le penalizzazioni dovute alla PSA, che ha determinato la chiusura di alcuni importanti mercati esteri come Giappone, Serbia e Taiwan, l’imposizione di restrizioni da parte di altri mercati, e un’inflazione che hanno pesato sugli scambi rallentandone il passo. Secondo i primi dati rilasciati da ISTAT, nel corso del 2022 le spedizioni dei salumi italiani si sono fermate a quota 197.800 tonnellate per 1.990,9 milioni di euro, registrando una lieve flessione a volume (-0,4%) ma una crescita a valore (+7,4%). Dati che nascondono però il forte peggioramento registrato dall’export nell’ultimo scorcio dell’anno, quando, l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse hanno fatto rallentare anche la domanda dei nostri tradizionali partner commerciali, soprattutto quelli comunitari.

Importazioni

Le importazioni hanno mostrato una contrazione in quantità ma una crescita in valore, fermandosi a quota 48.172 tonnellate (-6,8%) per un valore di 255,2 milioni di euro (+3,5%).Il saldo commerciale del settore è salito a quota 1.735,6 milioni di euro, in aumento (+8,1%) rispetto al 2021. Le esportazioni del comparto in termini di fatturato hanno, però, mostrato un passo più lento rispetto a quello dell’industria alimentare (+18,5%) e a quello generale del Paese (+19,9%).

Oltre alla riduzione dell’IVA dal 10 al 4% il presidente di Assica ha indicato l’internazionalizzazione quale possibile via per dare respiro alle aziende nel breve periodo.

Prospettive di filiera

L’Assemblea è stata anche occasione di confronto tra tecnici e politici nella tavola rotonda incentrata sulle prospettive di filiera dove si sono cercati percorsi condivisi concentrandosi su alcune priorità, come quella di restituire marginalità alle aziende e quella di contrastare la Peste Suina Africana. Oltre alla riduzione dell’IVA dal 10 al 4% il presidente di Assica ha indicato l’internazionalizzazione quale possibile via per dare respiro alle aziende nel breve periodo. Un appello prontamente rilanciato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), Adolfo Urso: “Il tavolo agro-industriale che abbiamo costituito con il MASAF e dove siedono, oltre ad ASSICA, le associazioni che esprimono l’intero settore, rappresenta il contesto istituzionale ideale per elaborare un piano di filiera che, insieme agli altri piani di settore, dia una nuova prospettiva industriale al Paese”.

Carni e salumi
Assemblea Assica del 15 giugno 2023, a Roma

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