Olio: la comunicazione per accrescere la consapevolezza del valore

Per promuovere un consumo consapevole del valore di olio evo, servono attività di comunicazione che spieghino al consumatore cosa sta mettendo nel carrello

Riguardo all'olio, serve accrescere la consapevolezza del valore di cosa mettiamo nel carrello. Lo dice Bruno Seabra, direttore generale di Carapelli Firenze, protagonista a una tavola rotonda dell’Olio Officina Festival: “Dobbiamo lavorare per creare cultura per il consumatore con l’obiettivo di renderlo in grado di scegliere con consapevolezza”. La tavola ha trattato il tema del mercato dell’olio in fibrillazione e le possibili strategie per il futuro, un panel che ha affrontato temi quali le complessità dell’ultima campagna olearia e gli effetti sul comparto causati dal calo di produzione e dall’aumento dei costi.

Olio di fronte alle sfide di climate change e inflazione

L’impatto dei cambiamenti climatici e l’importante crescita dell’olio evo italiano a fronte di un contesto di calo dei consumi preoccupante ma inevitabile, “a causa della situazione prezzi -dice Seabra-, sono stati i temi principali delle nostre riflessioni, insieme alla necessità di richiamare tutti a un maggiore senso di responsabilità” per non tornare a una guerra di prezzi bassi o alla pratica del sottocosto, “che sviliscono il prodotto e confondono il consumatore”.

Olio d'oliva, come migliorare la consapevolezza del pubblico

Olio Officina Festival ha riunito alla stessa tavola produzione, industria, distribuzione e associazioni. Si è parlato anche di come migliorare la percezione dell’olio di oliva da parte del pubblico. In primis bisogna spiegare meglio al consumatore il valore del prodotto, con “un impegno comune dei produttori e dei brand”, dice Seabra. “C’è massimo plauso a tutte le iniziative che, dallo scaffale alla comunicazione, fanno divulgazione sulle caratteristiche del prodotto evo”.

Olio extra vergine d'oliva: valutazione sensoriale e portato nutrizionale

Nel corso del festival, affrontati anche i temi della valutazione sensoriale dell’olio extra vergine di oliva e quello del suo portato nutrizionale, con riferimento su quest’ultimo all’opportunità che potrebbero generare le norme sull’etichettatura.

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