Pastifici nel mirino dei big internazionali

Player stranieri e fondi d’investimento hanno avviato la caccia a operatori italiani di nicchia, caratterizzati da una forte specializzazione

Di piccole dimensioni, ma con un’elevata riconoscibilità sul mercato e specializzati in nicchie profittevoli. Sono i pastifici italiani entrati negli ultimi mesi nel mirino di fondi di private equity e grandi player industriali internazionali, con alcune delle trattative già concretizzate.

Player tedeschi e statunitensi fanno shopping in Italia

La pasta piace sempre di più all'estero e non solo a tavola. Come nel caso del gruppo tedesco di supermercati Edeka (leader in patria nel segmento degli alimentari), che ha rilevato il pastificio astigiano Rey per aumentare la propria produzione in private label, compreso il Mulino del Po, ubicato in provincia di Ferrara, dove viene preparata, da grano italiano, tutta la semola utilizzata per la produzione di pasta. Il pastificio ha chiuso il 2022 con un giro d’affari di 64 milioni, dai 41 del 2021, e dopo l’ingresso nel colosso tedesco punta ad accelerare ulteriormente la crescita. Nello stesso filone si inquadra il passaggio della riminese Canuti Tradizione Italia, che fa pasta surgelata destinata al canale della ristorazione, al fondo Usa The Riverside Company. Lo stesso che in precedenza aveva rilevato la maggioranza de Il Pastaio di Brescia, che controlla i marchi Il Pastaio, Patarò e Patagnocco. Così le due partecipate hanno dato vita a un polo d’eccellenza.

Italia leader mondiale della pasta, che piace sempre di più all'estero

Secondo rilevazioni dell’Area studi Mediobanca, la quota di mercato in mano agli stranieri si avvicina al 20%, in due casi su tre player industriali dell’alimentare e nelle restanti situazioni fondi di investimento. Si parla di poco meno di 350 milioni di euro di valore, a fronte di un segmento -quello dei pastifici italiani- che complessivamente vale poco più di 1,7 miliardi di euro, con 3,7 milioni di tonnellate prodotte e 2,1 milioni esportate ogni anno. Numeri che fanno dell’Italia il leader mondiale indiscusso. Anche se cresce la concorrenza, soprattutto da parte della Turchia, che produce più o meno la stessa quantità di grano duro dell’Italia e punta soprattutto sulla variabile prezzo, che negli ultimi anni le ha consentito di rafforzare notevolmente le quote di mercato nella fascia medio-bassa.

Conti in tasca ai pastifici

Guardando ai conti delle aziende di settore, gli analisti di Piazzetta Cuccia evidenziano un calo della marginalità nel corso dell’ultimo quinquennio, con i prezzi che non sono stati in grado di genere il passo dell’inflazione. Il che potrebbe aprire le porte a ulteriori acquisizioni per mano straniera. In un Paese poco finanziarizzato come il nostro agli operatori italiani non resta che cercare alleanze. Come fatto dalla famiglia Morato, in minoranza nella Morato Group, gruppo che ha come azionista di maggioranza la lussemburghese Aliante Equity. Quest’ultimo ha da poco annunciato l’acquisizione della maggioranza del capitale di Massimo Zero, azienda meranese specializzata in pasta secca e prodotti da forno senza glutine. L'operazione verrà condotta attraverso la controllata Nt Food spa, azienda toscana specialista nei prodotti gluten free, alla cui guida sono rimaste le socie fondatrici Nicoletta e Giovanna Del Carlo. Ennesima dimostrazione di un Paese ricco di competenze e creatività, ma spesso in mani stranieri per carenza di capitali di rischio.

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