Patagonia: dal marketing sociale all’azione politica per l’ambiente

#iofacciodipiù | Consegnata dal brand al Parlamento scozzese una petizione per eliminare gli allevamenti di salmone in recinti di rete in mare aperto

Quando i brand trasformano il marketing sociale in azione politica (affine ai loro valori di marca), facendosi portavoce delle istanze del proprio target. Questo è quello che ha fatto il brand di abbigliamento Patagonia, noto per il proprio posizionamento green, insieme alla Ong Salmon and Trout Conservation Scotland, consegnando al Parlamento scozzese una petizione con oltre 175.000 firme.

Quest'ultima chiede di eliminare gradualmente gli allevamenti di salmoni in recinti di rete in mare aperto, che minacciano i pesci selvatici e la natura selvaggia circostante:

"Ai governi e ai parlamentari di Islanda, Norvegia, Scozia e Irlanda: da parte di tutti i cittadini europei, vi invitiamo a porre fine alla devastazione dei pesci selvatici e degli ecosistemi circostanti causata dagli allevamenti di salmoni in reti aperte. Vi chiediamo di imporre un divieto immediato all’apertura di nuovi stabilimenti produttivi così strutturati e di impegnarvi a eliminare gradualmente quelli già esistenti".

La scorsa primavera, infatti, Patagonia aveva lanciato la campagna Artifishal per mettere in luce l'effetto devastante degli allevamenti ittici. L’omonimo documentario di Liars & Thieves!, realizzato in collaborazione con l’azienda, ha mostrato l'elevato costo ecologico, finanziario e culturale della nostra erronea convinzione che le soluzioni ingegneristiche possano compensare la distruzione degli habitat naturali. Il film denuncia l'impatto dei vivai e degli allevamenti ittici, un'industria che ostacola il recupero dei pesci selvaggi, inquina i nostri fiumi e contribuisce al problema che invece dichiara di risolvere.

La campagna europea, a sostegno dell'ambiente, documentando i processi dell'industria dell'allevamento del salmone in IslandaNorvegiaScozia e Irlanda, chiedeva al pubblico la firma di una petizione rivolta ai governi di questi Paesi per vietare la pratica dell'allevamento dei salmoni in recinti di rete in mare aperto.

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