Quando l’industria traina la transizione di filiera

Transizione
Campus Peroni si allarga a tutta la filiera. Il progetto di successo con Crea ha consentito di avviare una pianificazione sostenibile destinata ad ampliarsi

“Siamo di fronte a una transizione della filiera agroalimentare attraverso un’industria che cresce e cambia facendo innovazione”. Così Federico Sannella, corporate affairs director Birra Peroni e coordinatore Campus Peroni. La condivisione dei dati è alla base di un progetto innovativo in ambito sostenibile che vede Peroni all’avanguardia nella scelta di avviare una pianificazione unica in ambito di tracciabilità in tecnologia Blockchain. È questo il concetto fondante di Campus Peroni, nato dalla collaborazione tra Peroni e Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) assieme agli agricoltori italiani.

Connessioni di valore

Ad un anno dall’avvio di Campus Peroni i risultati sono importanti: le emissioni di CO2 sono ridotte del 27% nella produzione dell’orzo.

Federico Sannella, corporate affairs director Birra Peroni e coordinatore Campus Peroni afferma:  “Proprio per questo, il goal del progetto per il 2023 saranno ancora di più le Connessioni di valore per la transizione ecologica dell'agroalimentare” come spiegato nel recente convegno di presentazione della programmazione futura del Campus Peroni. “Il Campus si evolve - spiega Federico Sannella - all’inizio volevamo essere vicini alle 1.500 aziende agricole coinvolte, ma poi abbiamo capito che era necessario andare oltre ed è iniziata la collaborazione con il Crea, le università, le start up. Ora, per il futuro, guardiamo ad un progetto non solo agricolo, ma che arrivi a tutta la filiera”.

Il modello attualmente proposto allarga l’obiettivo ad una componente di sostenibilità a tutto tondo e non più solo agricola: superare il concetto di filiera verticale e definire un nuovo approccio eco-sistemico potrebbe rivelarsi un passo decisivo verso una vera transizione ecologica della filiera agroalimentare e non solo. “Si tratta di un cambio culturale che può essere applicato a qualsiasi settore e portare a soluzioni efficaci e condivise per il bene del pianeta”.

Preservare la biodiversità

Nel 2022 Campus Peroni ha avviato un modello di condivisione delle informazioni tra gli attori della filiera agroalimentare di Peroni all’insegna della sostenibilità.

“Questo ha significato preservare la biodiversità, limitare risorse” spiega Sannella. “Siamo partiti misurando i dati per avere una base di analisi su cui fondare il miglioramento di tutto il percorso di produzione”. Dunque c’è stata una prima fase di tracciabilità, attraverso la tecnologia blockchain, per consentire la raccolta capillare e la condivisione trasparente dei dati. Dopo questo prima fase si è passati alla misurazione dei dati attraverso sensoristica di controllo dei consumi di acqua e fertilizzanti. Da queste informazioni di base si è passati a quelle derivate come, ad esempio, la quantità di anidrite carbonica emessa per valutare l’impatto ambientale. Il terzo step sono state le azioni di miglioramento che agricoltori hanno potuto mettere in campo con il risultato che la quantità di CO2 emessa per tonnellata è tuttora in costante riduzione.

“I risultati sul progetto di tracciabilità in blockchain del malto 100% italiano che abbiamo avviato un anno fa ci confermano che la condivisione trasparente di dati attraverso l’uso della tecnologia funziona: garantisce la qualità, l’origine delle materie prime, tutela il made in Italy e ci consente di migliorare le performance ambientali” ha dichiarato Federico Sannella.

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Federico Sannella
Andare oltre

“È un progetto pilota su 4.000 ettari che però può coinvolgere l'intera filiera” dichiara il coordinatore del Campus Peroni. Si intravede, infatti, la possibilità di andare oltre la filiera agricola, ampliando il programma fino a comprendere tutti gli attori, dai trasformatori, ai fornitori, alla logistica, ai distributori fino alle Istituzioni che potrebbero dare una spinta importante a una mutazione del settore all’insegna concreta della sostenibilità. “L'utilizzo e la condivisione dei dati attraverso piattaforme in tecnologia Blockchain permette la collaborazione e la connessione tra soggetti diversi all'interno dell'ecosistema” spiega Sannella.

Un'opportunità allargata

“La tecnologia più evoluta e più antica che esiste è la natura stessa – afferma Irene Pipola, EY consulting sustainability leader Italy - ma sta all’uomo trovare le soluzioni per assecondarne i processi, e qui interviene questo nuovo ecosistema”.
Ad evidenziare il valore dello scambio di conoscenze e competenze a favore di una cultura della sostenibilità l’intervento di Enrico Giovannini, Co-fondatore di ASVIS che ha dichiarato: “L'approccio promosso da Campus Peroni rappresenta un modello da seguire perché riesce a coniugare sostenibilità e innovazione, mettendo al centro la condivisione. Il tema rappresenta un'opportunità per tutte le aziende che decidono di investire su questo, perché seguendo la strada dell'innovazione tecnologica applicata alla sostenibilità diventano più competitive, anche sui mercati internazionali, e riescono ad attrarre più facilmente i giovani talenti. Questo processo, a prescindere dalle dimensioni delle aziende, dovrebbe coinvolgere tutta l'imprenditoria italiana, perché non si tratta solo di fare del bene, ma anche di creare sviluppo e lavoro. In quest'ottica l'allargamento dell'obbligo di rendicontazione non finanziaria alle medie imprese deciso dall'Unione europea potrebbe rappresentare un ulteriore passo avanti verso uno sviluppo economico realmente sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale”.

Finito il periodo delle isole

Mai come ora, diventa quindi indispensabile la condivisione dei dati tra imprese, come fa osservare Katia Da Ros vicepresidente di Confindustria: “Un’azienda non può più essere un’isola nel contesto in cui si è evoluta la società odierna, bisogna uscire dalla logica di filiera in cui ognuno guarda solo al suo settore, guardando ad un ecosistema, e proprio l’uso della tecnologia ce lo consente”. Nel passaggio dalla logica di filiera a quella di un ecosistema secondo la vicepresidente di Confindustria si passa ad un modello acquisisce sempre più importanza lo sviluppo di piattaforme non più verticali ma orizzontali nell’ambito delle quali le aziende possano collaborare.

Leadership in Europa

“Il Campus Peroni – ha continuato la vicepresidente – è perfettamente in linea con la transizione che l’Europa ci chiede rientrando nei programmi sia di sviluppo digitale che di sviluppo sostenibile”. L'industria italiana esprime una leadership indiscussa a livello europeo nel processo di transizione ecologica, dall’economia circolare, all’efficienza energetica, all’abbattimento delle emissioni. La sfida è preparare il tessuto economico e produttivo ad entrare a pieno titolo nelle nuove catene di valore internazionali, cercando di posizionarsi nei settori a maggiore valore aggiunto e contenuto tecnologico. “La chiave è la collaborazione, e qui il contributo che può dare Confindustria è sicuramente quello di mettere insieme le imprese, stimolare un confronto aperto tra tutti gli attori del sistema in modo da incentivare il dialogo, lo scambio di informazioni e la sinergia tra le stesse, mettendo a fuoco le innovazioni che maggiormente contribuiranno all’evoluzione in chiave sostenibile e anche alla tutela del made in Italy”.

“Per questo - conclude Federico Sannella – proponiamo di connetterci tutti in questo ecosistema per arrivare in modo sistematico ai programmi di transizione ecologica europei: la tecnologia soltanto ci può portare dove non siamo mai andati”.

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