Coop – Brisigotti: serve un cambio di paradigma

Domenico Brisigotti - Direttore generale di Coop Italia
Tra inflazione perdurante e calo dei volumi, le preoccupazioni non mancano: mdd e logiche promozionali e di convenienza sono strumenti validi, ma è necessario un patto con l’industria

“Siamo di fronte a un cambiamento epocale che richiede una ridefinizione dell’approccio del mercato. I consumatori ci hanno già lanciato ampi segnali del loro disagio e ora c’è la necessità che l’intero sistema li colga per riadattarsi e rispondere prontamente alle nuove esigenze”. Questo il punto di vista di Domenico Brisigotti, direttore generale di Coop Italia rispetto alle prospettive del 2024. Un anno che, almeno per i primi sei mesi,vedrà ancora l’inflazione al centro delle preoccupazioni delle imprese, retail o industriali che siano. “A fronte di una inflazione alimentare che al massimo potrebbe assestarsi sui livelli attuali e difficilmente recedere, le previsioni ci fanno temere che la domanda interna sia destinata a ridursi anche alla luce dell’erodersi dei risparmi che gli italiani stanno utilizzando per far fronte al periodo. Ma non è tanto e solo l’inflazione a essere preoccupante, ma anche il calo dei volumi che dovrebbe spingere a un cambiamento di rotta da parte di tutti gli attori in gioco. La gdo ha reagito ai cambiamenti dei consumatori dovuti al carovita attraverso vari strumenti, tra cui il prodotto a marchio, ha dimostrato essere un buon aiuto alle famiglie per contenere i tagli”.

In questo contesto, quali sono le vostre priorità nel 2024?
Lo scopo del nostro insieme di cooperative non è mai cambiato ed è quello di tutelare il potere di acquisto delle famiglie italiane: anche se coniugare prezzi e qualità è una sfida sempre più difficile, noi ci impegniamo quotidianamente per vincerla. Come Coop stiamo osservando che la nuova offerta del prodotto a marchio, pensata in pandemia e attuata in questi ultimi anni, al momento è lo strumento migliore per gli italiani per coniugare un limitato vincolo di bilancio familiare con i rincari. Dobbiamo completare nel corso del prossimo anno la nostra nuova offerta coprendo gli ultimi segmenti di mercato.

In questi mesi si sono viste molte promozioni nei negozi. Non diventeranno meno efficaci di fronte a consumatore ormai abituato?
Le promozioni continuano a essere una delle leve attivate per offrire occasioni di risparmio. Da sole sono oramai insufficienti. Credo che sempre più un’insegna debba esprimere la sua idea di convenienza giustapponendo fra loro vari strumenti, tutti in grado di apportare un proprio contributo al messaggio di convenienza. Per noi la convenienza è un messaggio articolato non disgiunto da concetti per noi irrinunciabili come qualità, trasparenza, eticità. Non è la convenienza a tutti i costi a cui miriamo e non si affida solo alle promozioni, ma a un insieme di iniziative, in parte nazionali, in parte affidate alle singole cooperative sui loro territori.

Parliamo dei rapporti con l’industria di marca: che evoluzioni vede?

Ho parlato più volte della necessità di un cambio di paradigma. Credo sia l’espressione migliore per definire quanto sia necessario fare per ripristinare o rinsaldare relazioni con l’industria di marca all’interno di uno scenario profondamente cambiato e ancora in mutamento. La logica negoziale finora perseguita sembra mostrare ogni giorno di più la sua scarsa capacità di affrontare il nuovo scenario; certo, è quanto mai necessario sostenere i volumi ma riteniamo doveroso da parte dell’industria di marca valorizzare diversamente dal passato chi come noi sostiene ampi assortimenti di marca nonostante le difficoltà che queste gamme stanno registrando nel penetrare le famiglie italiane. È necessario un patto per evitare che si sviluppi quel processo di marginalizzazione della marca nel largo consumo italiano, che tutti vorremmo evitare.

Intanto le mdd giocano un ruolo sempre più da protagoniste ...
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: le mdd stanno crescendo in tutti i canali; certo le differenti iniziative comprimono la redditività unitaria, ma il boost sulle vendite che le iniziative messe in campo garantiscono e un’attenta gestione del portafoglio di offerta, permettono di sostenere il profit pool del punto di vendita.

Oltre alle iniziative come Dedicata a te al carrello anti inflazione, cosa chiedere al Governo per sostenere consumi e retail?
Quelli citati sono interventi a cui come Coop abbiamo aderito in una logica di collaborazione costruttiva. Ma da soli non bastano. Se non intervengono fattori nuovi in grado di incidere sul tenore di vita delle famiglie la polarizzazione sociale tuttora in atto si amplierà maggiormente, la domanda interna sarà destinata a ridursi e i risparmi anche della fetta di popolazione che ce li ha non potranno a lungo sostenere un livello significativo dei consumi. Penso a interventi significativi e strutturali di cui il Paese ha bisogno, non solo il retail, come il taglio permanente del cuneo fiscale, la detassazione degli aumenti salariali, l’introduzione del salario minimo; sappiamo tutti delle differenze profonde tra il profilo dei salari tra il nostro Paese e gli altri Stati europei: per questo da noi l’inflazione, pur colpendo tutta Europa, ha aperto una profonda crisi nei consumi. Lo tzunami inflattivo ha colpito un Paese da questo punto di vista già malato: queste iniziative, certo lodevoli come ho detto, colpiscono l’effetto ma senza intervento sulle cause (a partire dai redditi) i problemi sono destinati ad accentuarsi”.

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