Sostenibilità e competitività dell’olio italiano: 6 proposte per crescere

olio oliva
Le sfide della filiera olivicolo-olearia nel report The European House–Ambrosetti in partnership presentato a Cibus in partnership con Monini

Sono state presentate sul palco di Cibus Forum le 6 proposte per il futuro moderno e sostenibile dell’olio italiano, contenute nel Rapporto trasversale sulla filiera olivicola-olearia realizzato da The European House–Ambrosetti in partnership con Monini.

Lo studio, presentato da Carlo Cici, head of Sustainability Practice, è scaricabile dal sito web di Monini e parte proprio dal concetto di sostenibilità destinato a permeare le future scelte in fatto di investimenti, anche alla luce delle line guida della strategia Farm To Fork contenuta nel Green New Deal europeo.

Le buone pratiche sull'impatto ambientale della filiera

L'olio di oliva parte da un'impronta ambientale ridotta: considerando addirittura la capacità di sequestro dell'anidride carbonica di un ulivo, ogni kg di olio d’oliva assorbe 0,4 kg di COdall’atmosfera durante la fase agricola.

Se in fase di lavorazione si aggiungessero poi soluzioni per diminuire i consumi di energia e le materie prime utilizzate nelle fasi di trasformazione e imballaggio, le emissioni generate dalla produzione di 1 kg di olio d’oliva potrebbero avvicinarsi allo zero o addirittura essere negative.

L'Italia ha il più alto tasso di biodiversità olivicola al mondo (583 cultivar, il doppio della Spagna)
Proprio la filiera olivicolo-olearia, per le sue caratteristiche, può diventare un modello
per la messa a punto di strategie volte a mitigare i cambiamenti climatici e a tutelare biodiversità ed ecosistemi naturali.
Dal punto di vista della competitività molto c'è da fare, visti i cali nella produzione che si sono verificati nell'ultimo decennio (e la crescita contestuale dei competitor). Così bisogna puntare sui pilastri come ambiente e territorio, economia e valore e nutrizione e salute per tornare a primeggiare a livello internazionale

produzione olio oliva italiaLe sei proposte per la filiera dell'olio italiano

  1. Promuovere un sistema agricolo a più olivicolture, ampliando le superfici esistenti e convertendo, da tradizionali a intensivi, gli oliveti privi di un ruolo multifunzionale, allo scopo di valorizzare le specificità delle diverse tipologie di impianto riequilibrandone al meglio la distribuzione sul territorio;
  2. favorire la creazione di sinergie tra università, organizzazioni di produttori e imprese della filiera per stimolare l’imprenditorialità attraverso la formazione e l’assistenza tecnica rivolta tanto ai professionisti di domani quanto a quelli attualmente attivi;
  3. pagare il giusto prezzo a tutti gli attori della filiera per aumentare la redditività delle imprese e favorire gli investimenti necessari allo sviluppo futuro del settore in chiave tecnologica, sfruttandone a pieno il potenziale competitivo;
  4. ridurre gli impatti ambientali delle attività produttive attraverso l’adozione di pratiche sostenibili da parte di tutti gli attori della filiera, allo scopo di tutelare l’ambiente e di aumentare il valore del prodotto percepito dal mercato;
  5. fare educazione alimentare sul valore nutrizionale dell’olio d’oliva attraverso un ampio coinvolgimento degli attori chiave interessati mediante la combinazione di attività formative e divulgative, allo scopo di consolidare la percezione dell’olio extra vergine d’oliva come un prodotto sano e nutraceutico;
  6. promuovere la certificazione di un olio extra vergine premium che assicuri un prodotto di alta qualità, nutraceutico e sostenibile, per superare le asimmetrie informative presenti sul mercato, aumentando il valore percepito e accompagnando il cliente verso un consumo più responsabile.

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