Vino, spazio all’innovazione

La crescita a due cifre del bio, i nuovi trend sostenuti dai millennial, la digitalizzazione, la domanda di experience: tutto spinge a un ripensamento dello scaffale in modo più coinvolgente

Il mondo del vino (lo bevono quotidianamente il 18,2% degli italiani, dati Istat) è in fermento, sospinto dalle nuove generazioni che cambiano le carte in tavola. E chiedono una beva più easy e responsabile, attratta dalla sperimentazione. La riscoperta dei vitigni autoctoni, l’esplosione delle bollicine, la crescita a doppia cifra dei vini bio (mercato che salirà del 14% entro il 2022 secondo un’indagine condotta da Reuters) il nuovo appeal dei rosati, la novità dei vini arancioni, sono solo alcuni uno dei tratti di questa rivoluzione che guarda anche alle possibilità offerte dalla digitalizzazione in chiave di new experience. Come vengono riorganizzati gli spazi  a scaffale per intercettare una domanda che si fa sempre più segmentata?

La risposta dei retailer: si alza la qualità e lo scaffale si fa più articolato

“Al momento, l’indice dei consumi da noi rilevato per il bio è ancora troppo basso per giustificare un intero scaffale dedicato, ma in linea generale questa tipologia di referenze viene evidenziata e su alcuni punti vendita ha una doppia esposizione, insieme agli altri prodotti bio” spiega Giuseppe Acella, Buyer bevande Maiora Despar Centro-Sud. L’esposizione segue la verticalità in maniera macro per il colore, bianchi, rosati e rossi. “Accorpiamo le referenze regionali in orizzontale, mentre la scala prezzo segue il criterio verticale dal basso verso l’alto. I vini alti di gamma vengono esposti in vetrinette e, in particolare per i bianchi, stiamo testando il posizionamento in cantinette refrigerate in modo da garantire maggiore stabilità termica al prodotto”.

“In linea generale -fa notare Luca Bacciocchi, category Manager Wine & Spirits di Carrefour- la zona dedicata ai vini viene organizzata prima di tutto per tipologia (bollicine, bianchi, rossi eccetera) e poi su base regionale. All’interno della regione, poi, i vini sono divisi per vitigno. Sta crescendo l’attenzione verso la tipologia green. Esiste un modulo dedicato, presente però solo in alcuni formati di punto vendita, a seconda delle differenti metrature dello store: vi trovano posto i vini biologici, vegani, senza solfiti. Dedichiamo attenzione alle nuove tendenze. Un caso è il Prosecco, che oggi presenta uno spazio sempre più importante. Ne prevediamo dedicati ai vini importanti nelle ampie metrature o nei punti vendita Carrefour Market formato Gourmet. Ci sono poi altri progetti per le nuove tendenze di alta gamma, come la vetrinetta refrigerata dedicata allo champagne, presente in 60 punti vendita”. Cresce anche l’attenzione per la qualità. “Cerchiamo di lavorare con produttori, evitando gli imbottigliatori -sottolinea Dario Triarico, responsabile Acquisti Mdd Selex-. Per noi  è importante che ci sia una costanza organolettica e lo standard qualitativo sia sempre molto alto”.

Degustazione in store, aiuto per gli abbinamenti

Se il grocery  va verso forme ibride di grocerestaurant, diventa mercato e ritrovo sociale, è necessario che il vino si apra a quella dimensione comunitaria. “Riteniamo  -spiega Acella- che solo tramite la degustazione si possa trasferire qualcosa al consumatore finale. Ed è per questo che spesso organizziamo delle aree nei pdv dedicate a queste attività.  Stiamo, inoltre, ultimando nel nostro sistema informativo la mappatura delle caratteristiche organolettiche dei vini, il corretto abbinamento e l’indicazione delle temperature di servizio in modo tale da creare un ‘frontalino parlante’, che a colpo d’occhio agevoli la scelta del consumatore. Già da qualche tempo la nostra azienda ha investito nella formazione, che è durata ben tre anni, facendo partecipare gli addetti ai lavori ai corsi di sommelier”.  “Facciamo varie degustazioni e attività esperienziali  -ricorda Bacciocchi-. Ci avvaliamo del supporto di hostess o di sommelier per svolgerle in store. Stiamo lavorando affinché le informazioni online, presenti sul sito e sull’app, siano il più possibile complete ed esperienziali, in modo che il cliente possa consultare anche ricette e possibili abbinamenti”.

La Mdd cresce e guarda anche al bio

La quota di mercato del vino Mdd è arrivata al 14% di tutto il vino venduto nella gdo per un valore di 156 milioni di euro (circa il 10%). Cresce di più del prodotto di marca ma al momento non ha uno spazio dedicato . “I vini Mdd rientrano sempre all’interno della zona cantina, nella divisione degli spazi in base alla Regione geografica, per mantenere il più possibile una sola chiave di lettura per tutti i moduli -chiarisce Bacciocchi-. Carrefour dedica tre linee ai vini Mdd per un totale di più di 50 referenze. Nei nostri panel di garanzia e sviluppo prodotto viene coinvolto l’ente ONAV”.  “La Mdd Selex -spiega Triarico responsabile acquisti Mdd Selex- si declina nella linea Le Vie dell’Uva in due segmenti per un totale di 60 referenze: uno basico, con vini per lo più Igt e Doc, e uno che contempla le migliori eccellenze enologiche per regione, con Docg  e qualche Doc. Si differenziano per posizionamento prezzo, etichetta e tipologia di bottiglia. A completare la gamma, 11  referenze di vini biologici, dal Prosecco al Primitivo, dal Nero d’Avola al Pinot Grigio del Friuli”.  “Per rispondere alle esigenze dei clienti sempre più attenti e appassionati, Despar sviluppa la Cantina Despar - fa sapere Acella-. Un importante progetto di filiera nel settore enologico che valorizza le eccellenze Doc e Docg dei territori italiani. Barolo, Amarone, Chianti, Franciacorta Valdobbiadene e tanti altri. Una cantina di qualità in continua crescita. Al momento contiamo 6 linee di prodotti di Filiera e 22 articoli”.

Esselunga testa l’algoritmo di Vinhood nello store di Brescia

Dare più appeal ai corner sfruttando big data e tecnologia. Sul fronte è impegnata Esselunga.  La catena ha siglato un accordo di collaborazione per il sito e-commerce con Vinhood. La giovane società, fondata a Milano tre anni fa da giovani trentenni, ha creato un algoritmo che in pochi secondi profila il gusto personale del wine lover e aiuta a decidere il miglior vino da abbinare al proprio gusto o a una ricetta. La novità è il lancio del servizio  anche in uno store fisico, a Brescia, dove il consumatore può avvalersi di un tablet per la scelta della bottiglia con un’experience divertente. “Nell’enoteca -fa sapere Matteo Parisi uno dei fondatori di Vinhood- c’è un tablet di 32 pollici dove il consumatore può usufruire del nostro servizio. Collaboriamo  con diversi retail in Italia e all’estero, tra cui Eataly a Chicago ed Esselunga”.

Signorvino, i punti vendita crescono

Chiavi di ricerca sempre più segmentate, algoritmi, foodtainment: le catene specializzate e l’online alzano l’asticella. Signorvino, nata nel 2012, vanta una selezione di oltre 1.500 etichette di vino 100% italiano. A breve  ci sarà l’apertura di Parma e altri punti vendita a Milano. Le enoteche seguono uno stile elegante ma giovane. I vini italiani delle principali denominazioni sono esposti per tipologia e zona di provenienza, suddivisi fra bianchi, rossi e bollicine. Ci sono anche spazi dedicati ai vini bio e naturali. “Il consumatore ha in mente una tipologia di vino e soltanto raramente un’etichetta o brand -spiega Luca Pizzighella brand manager di Signorvino- L’edizione dello scorso giugno 2019 del nostro Osservatorio Signorvino evidenziava il netto aumento dei clienti che entrano in negozio e chiedono specificatamente informazioni sui vini bio: sono circa il 25%”.  Ogni store ha, poi, una teca chiusa con grandi annate e formati di vini prestigiosi composta dai Wine Specialist. In alcuni angoli sono ben visibili le promozioni volte a promuovere ogni volta un produttore diverso.  La proposta di Signorvino è nell’esperienzialità. Diventa il luogo di eventi e di incontro per serate tematiche di intrattenimento con musica dal vivo, momenti formativi, tasting e lezioni. L’incontro con il produttore, tramite degustazioni e cene, è un appuntamento fisso. “Grande valore per la catena è anche la comunicazione effettuata dal personale. La filosofia è quella di un approccio amichevole”.

Tannico lancia la sfida ai retailer

Tannico è l’enoteca online di vini italiani più grande del mondo. Una cartina di tornasole per comprendere le nuove tendenze.  Nata nel 2012, vanta una cantina online di oltre 16 mila etichette, di cui l’80% italiane. Spedisce con tempi record in 19 Paesi, tra Europa e mondo. Il fatturato 2019 ha raggiunto i 20,3 milioni di euro, un incremento del 36% rispetto all’anno precedente, con più di 1,5 milioni di bottiglie inviate a oltre 100 mila clienti.

L’e-commerce si struttura in 11 sezioni che si dividono ulteriormente a seconda del prodotto: promo (promozioni e raccolte di bottiglie aggiornate in base alla stagionalità, prezzi, regioni, personaggi del vino eccetera); rossi e bianchi (divisi per tipologia, regioni, occasioni); spumanti (tipologia, dosaggio, classificazione, occasione), regioni, abbinamenti, artigiani, vini coraggiosi (biologici, naturali, biodinamici), vini rari. Completano le categorie spirits e altro (come la Tannico Flying School, i corsi sul vino di Tannico). “Stiamo pensando a una nuova organizzazione per rendere il tutto ancora più fluido e fruibile” fa sapere Marco Magnocavallo fondatore e Ad di Tannico.

Una delle novità del 2020 è la partnership nata con il Mercato Centrale di Roma al primo piano, presso il Ristorante Scabeat dello chef Davide Scabin. Al suo interno decollerà la Tannico Flying School aperta ufficialmente lo scorso ottobre a Milano. Ma il progetto più succoso è l’ingresso nel mondo retail fisico. Ad aprile prenderà vita il primo Tannico Wine Bar. “Sarà un locale molto diverso dalle enoteche tradizionali e un’esperienza che si avvicinerà più a quella di un cocktail bar”. Nello stesso periodo è prevista anche una seconda apertura, sempre a Milano, con un format leggermente diverso e anche la vendita al dettaglio.

Winelivery, l’intelligenza artificiale

Consegna a domicilio tutti i giorni in 30 minuti, gratuita (sopra i 24 euro) e alla giusta temperatura di servizio. La formula modello americano, inedita per il mercato italiano, è quella ideata da Winelivery,  un e-commerce (app e sito web) specializzato in vino e non solo. Lanciato a Milano nel 2016, da un’idea di Andrea Antinori e Francesco Magro, i due fondatori, in meno di tre anni il servizio, che punta a un posizionamento più alto rispetto  ai competitor (etichette di qualità, soprattutto di piccoli produttori), è cresciuto in modo esponenziale. Il 2019 ha portato grandi risultati: 1,45 milioni di euro di fatturato, una crescita del 272% rispetto al 2018, più di 100 mila bottiglie consegnate e più di 25 mila app scaricate (+350%).

La chiave di ricerca per l’utente è molto segmentata. Oltre alla distinzione principale per macro-categorie (bianco, rosso, bollicine…), se ne trovano altre più specifiche, come Bestseller, Cheap&Chic e Consigliati, che racchiudono nell’ordine i prodotti più venduti, una selezione di vini sotto i 10 euro e alcune chicche proposte periodicamente al cliente. “L’utente -spiega Andrea Antinori- può trovare la bottiglia che desidera facendo il test del gusto o attraverso la tab ‘aiutami a scegliere’. Oppure accedendo alla sezione ’cerca’ dove i prodotti vengono suddivisi per occasione (aperitivo, dopocena, carni bianche, cibi speziati…). Stiamo sviluppando dei tool di intelligenza artificiale sempre più sofisticati, basato su un algoritmo che prende in considerazione dati come gli ultimi acquisti e la wishlist dell’utente. Sull’app è già da ora disponibile un sommelier virtuale”.

Winelivery è attivo (con formule anche in franchising) in diverse città. A breve si aggiungeranno Modena, Cagliari, Verona e Palermo. Dal 2018 è stata presentata una nuova divisione B2B, destinata a clienti professionisti, con possibilità di usufruire della consegna express.

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