Le sfide delle aziende alle prese con i millennials

Le persone nate tra il 1981 e il 1996 sono la generazione più popolosa e con la maggiore propensione ai consumi. Le città rimangono l'ambiente predominante nonostante i cambiamenti degli ultimi anni

Sono un quarto della popolazione mondiale, dimensione che li rende così la generazione più consistente. In molti casi si trovano alle prese con acquisti o investimenti tra i più rilevanti della propria vita, dall’abitazione all’automobile, alla sottoscrizione di un fondo pensione. Hanno una propensione al consumo senza pari rispetto ai più giovani e ai più senior, ma anche esigenze e preferenze completamente differenti. Per tutte queste ragioni i millennials sono la fascia di popolazione seguita con il maggiore interesse dal mondo del business: vale per aziende piccole e grandi, per chi fa prodotti per i consumatori finali così come per chi opera nel b2b.

Valori su cui costruire vita e acquisti

Temi come il cambiamento climatico, la salubrità dell’aria, l’equilibrio tra esigenze di lavoro e familiare sono ai primi posti nella scala di valori dei Millennials. Non che questo implichi un minore interesse per il denaro rispetto ai propri genitori, ma piuttosto si inquadra in una differente visione d’insieme. La città è l’ambiente ideale per sviluppare la propria personalità e le proprie competenze e questo, almeno per il momento, non sembra essere stato scalfito dalla pandemia. Qualche mese fa da più parti si ipotizzava una corsa agli spostamenti dai grandi centri urbani alla campagna, trend che in realtà non si è concretizzato. Basta dare uno sguardo all’andamento dei prezzi dell’immobiliare, saliti a Milano e stabili a Roma negli ultimi dodici mesi, nonostante il gran parlare di smartworking e southworking. In questo l’Italia continua ad avere caratteristiche peculiari: da noi il 70% vive in una casa di proprietà e un altro 12% in usufrutto gratuito (casa dei parenti), mentre solo il 18% è in locazione.

Proprietà dei beni: non è un must

Va comunque detto che la tendenza a vivere in affitto sembra destinata a crescere proprio grazie ai Millennials, meno legati al concetto di proprietà. Una recente indagine condotta negli Usa segnala che solo il 45% degli americani ritiene “essenziale” possedere una casa, un dato che costituisce il minimo storico. Probabilmente in Italia non arriveremo mai a un livello simile, ma la tendenza è chiara. Le proporzioni si rovesciano tra i più senior: il 59% di coloro che hanno tra i 50 e i 64 anni e il 61% degli over 65 è legato al mattone di proprietà. E tendenze simili si registrano anche su altri fronti, come per quel che riguarda la scelta dei mezzi di trasporto, come dimostra il boom di car sharing.

Anche se, avvertono alcuni analisti, alcune tendenze andrebbero contestualizzate. Ad esempio la preferenza per le esperienze a scapito della proprietà delle cose in molti casi è solo il riflesso di una disponibilità economica inferiore. Di certo restano i nuovi trend con i quali le aziende sono chiamate a confrontarsi per adeguare la propria offerta e restare competitive in un contesto sempre più affollato sul fronte dell’offerta.

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