Life-Food.Waste.StandUp, meno sprechi più solidarietà

Esiti straordinari per il progetto di recupero dei residui alimentari: +38% delle donazioni +27% dei punti di vendita attivi sul territorio in questa campagna

Più di 10.000 aziende agroalimentari coinvolte, 12.000 punti di vendita sensibilizzati e 480mila tonnellate di donazioni: è il risultato del progetto “Life-Food.Waste.StandUp, meno sprechi più solidarietà” presentato a Roma, da Federalimentare, Federdistribuzione, Fondazione Banco Alimentare Onlus e Unione Nazionale Consumatori. La filosofia alla base del progetto è quella di incoraggiare, in tutta la filiera, una gestione alimentare responsabile.

Banco Alimentare, dal 2016 al 1018, ha registrato un incremento del 38% delle donazioni delle eccedenze alimentari dalle aziende e un aumento del 27% dei punti di vendita in cui ritirare, passati da 737 a 933. Le aziende donatrici sono aumentate da 590 a 640 con un incremento dell’8,5%. Dal 2016 al 2018 la quantità di eccedenze alimentari recuperate, grazie anche alle azioni sviluppate congiuntamente con Federalimentare, sono passate da 14.428 tonnellate a oltre 18.000 segnando un +25%. Le imprese raggiunte da Federalimentare, grazie a 13 associazioni di settore, hanno visto 200 imprenditori attivi in eventi specifici. Oltre 100 imprenditori hanno partecipato a eventi formativi tematici in tutto il territorio italiano.

Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione

Federdistribuzione si è impegnata nella cultura della lotta allo spreco e nelle donazioni. Oltre 60 aziende hanno partecipato attivamente nella donazione sul territorio, con 12.500 punti di vendita rappresentativi del 49% dell’intera distribuzione. Le azioni del progetto, anche dopo la conclusione che era programmata a settembre 2019, stanno continuando in un circolo virtuoso ormai attivo. Centrale, per Federdistribuzione, il roadshow che in questi tre anni ha avuto 12 tappe toccando le principali aree del Paese, e parlando al 70% della popolazione italiana, attraverso eventi che hanno visto partecipare Istituzioni, imprese e privati cittadini. Questi eventi hanno scaturito 95 uscite su quotidiani nazionali e cui sono state presentate 16 esperienze pilota, esempi concreti di pianificazione. Alla fine Federdistribuzione ha registrato un aumento del 38% delle attività di donazione e un aumento del 27% dei punti di vendita attivi nelle donazioni.

“Con gli altri partner di Life-Food.Waste.StandUp -ha detto Claudio Gradara presidente Federdistribuzione- abbiamo cercato di diffondere best practice, smuovere le coscienze, chiedendo alle istituzioni locali di attivare forme di premialità per chi dona”. Attualmente infatti le donazioni in italia ammontano a 480.000 tonnellate annue, rappresentando meno del 9% delle eccedenze alimentari che l’intera filiera produce. “Tuttavia  i risultati raggiunti nei tre anni sono importanti, per questo proseguiremo il cammino”.

Dello stesso parere Ivano Vacondio, presidente Federalimentare  “Secondo i dati Fao, nel 2050, per sfamare una popolazione mondiale di 9 miliardi di persone sarà necessario produrre il 70% in più di alimenti, consumare l’11% in più di acqua per usi agricoli e coltivare 20 milioni di ettari di terra in più: il nostro compito è chiaro, dobbiamo valorizzare la materia prima agricola minimizzando le perdite nei processi di trasformazione e continuare con la comunicazione verso il consumatore finale”.

Sono l’industria e il consumo, infatti, gli anelli che nella filiera hanno il peso maggiore per i residui

Ogni anno registriamo circa 5,12 milioni di tonnellate di eccedenza alimentare, per un valore di circa 12,6 miliardi di euro, pari al 15,4% degli alimenti annualmente consumati. Di queste eccedenze il 57% viene generato dagli attori economici, soprattutto il settore primario (37%), mentre giocano un ruolo meno importante l’industria di trasformazione (3%), la GDO (13%), i canali della ristorazione (4%). Gravi le perdita al consumo finale che contribuisce per il 43% per 2,4 milioni di tonnellate.

Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare

“La lotta allo spreco alimentare di Life-Food.Waste.StandUp non può prescindere dall’educazione del consumatore” ha infatti osservato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Ognuno di noi butta 85 chilogrammi di cibo nella spazzatura – ha proseguito - le motivazioni sono riconducibili a scorrette abitudini alimentari e retaggi del boom economico e di pubblicità che ci riconduce canoni estetici dettati dal marketing” ha spiegato il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Ma anche l’industria con il suo 37% di spreco ha il suo ruolo in questo gioco. Secondo il presidente di Federalimentare “la chiave per arginare il fenomeno sta nella valorizzazione della materia prima agricola attraverso l’innovazione che consente di reindirizzare le eccedenze, e sono decisivi, in questo senso, gli incentivi fiscali in questa direzione”.

A salutare gli esiti positivi del progetto, anche Maria Chiara Gadda, firmataria della “legge anti spreco”,
la 166 del 2016,
la prima in Europa

La legge e il progetto Life-Food.Waste.StandUp che ne è conseguito sono risultati di un percorso antecedente affidato alle Onlus e alle associazioni che aveva bisogno di regole e programmazione. “Bisogna rimettere al centro la dignità della persona - ha detto Maria Chiara Gadda -  perché qui non si parla più di residuo, ma di beni che hanno perso il loro valore perché non sono finiti su uno scaffale per svariati motivi, dall’ammaccatura di una confezione, all’errore nell’imballaggio o nel trasporto”.

Il passo successivo, di questa pianificazione, secondo la parlamentare, oltre che sui costi dovrà avere risvolti positivi per tutte le aziende coinvolte, perché il consumatore, a parità di prezzo, farà sempre più attenzione all’impegno etico se questo sarà certificato.

Allo stesso tempo Giovanni Bruno, ha osservato che il risultato più grande di questo cammino avviato con la legge Gadda e proseguito con Life-Food.Waste.StandUp, meno sprechi più solidarietà è nel cambio di passo nella pianificazione del recupero.  “Dare al cibo in eccedenza una seconda vita non è più una sfida affidata solo all’eroismo dei singoli; non si tratta più di un imprenditore, di un direttore di un supermercato, ma è un’azione di responsabilità sociale organizzata”.

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