“Se l’intento è controllare i prezzi di migliaia di prodotti, è assurdo non avere al tavolo chi definisce, de facto, quei prezzi ovvero l’industria”. Inizia così il post su LinkedIn di Daniele Cazzani, head of promotions and customer experience retail Italia di Luxottica ed editorialista di Mark-up. “Personalmente ritengo che i rappresentanti della distribuzione che ha da sempre un ruolo, non riconosciuto, di “ammortizzatore” dell’inflazione non dovrebbero prestarsi a questi siparietti (non è il primo a onor del vero…) buoni giusto per un comunicato stampa ma con limitato impatto sulle tasche dei consumatori (ovvero dei propri clienti) visto che panieri, prezzi fissi e promozioni sono da sempre attivi”.
Il tavolo di lavoro annunciato dall’esecutivo
Uno sfogo che arriva nel giorno in cui il Corriere della Sera dedica un approfondimento alle misure annunciate per le prossime settimane dal Governo, che dovrebbero consentire di combattere il caro prezzi sugli scaffali. Il tutto basato su un sistema di libero accordo fra le parti, come quelli adottati in Francia e Germania, per calmierare i prezzi di un paniere di beni alimentari, e non solo, di largo consumo per le famiglie. “Ad oggi si è sottratta alla disponibilità solo l’associazione dei produttori che aderisce a Confindustria, ma commercianti e grande distribuzione bastano per far partire l’intesa con il governo”, racconta il quotidiano.
Questo mentre altri giornali fanno sapere che il ministro per le Imprese, Adolfo Urso, continua a fare pressioni sui gestori di carburante, ma esclude un taglio delle accise. Lo stesso Urso aveva confidato nell’esposizione dei prezzi medi, ma – secondo diversi osservatori - la mossa avrebbe indotto chi finora era sotto quell’asticella a toccarla, sortendo l’effetto opposto. Insomma un effetto boomerang, mentre Il Garante per l’osservanza dei prezzi (ribattezzato “Mr Prezzi”) ha fatto sapere di aver avviato “un rigoroso monitoraggio giornaliero”.
Le riserve sui prezzi calmierati
Tornando al settore della distribuzione, l’esecutivo sembra riporre grande fiducia nel “Trimestre anti inflazione”, documento siglato dallo stesso Urso con i rappresentanti delle associazioni della distribuzione moderna (Federdistribuzione, Coop, Conad) e del commercio tradizionale (Confcommercio, Confesercenti). Mentre non hanno aderito i produttori rappresentati da Centromarca e Ibc, come già riportato su queste pagine.
Proprio la mancata adesione dell’industria non pone in favore della buona riuscita dell’iniziativa governativa. Mentre Confapi approva la direzione impressa dal Governo. “Apprezziamo il lavoro sinora svolto dal Ministro Urso e dal Mimit per cercare soluzioni che mitighino gli effetti dell’inflazione”, commenta il presidente Cristian Comisa.
Si lavora ai dettagli del documento
Intanto, la tempistica dell’intesa prevede che entro il 10 settembre vengano definite con le associazioni che hanno sottoscritto l'accordo le modalità applicative della misura, che durerà dal 1° ottobre al 31 dicembre e che prevedrà prezzi calmierati su una selezione di articoli rientranti nel carrello della spesa, attraverso diverse modalità, come l’applicazione di prezzi fissi, attività promozionali sui prodotti individuati e iniziative sulla gamma di prodotti a marchio come carrelli a prezzo scontato o unico.