Un 2023 di gran carriera per La Doria

Il fatturato è arrivato a 1,23 miliardi di euro, in aumento del 20,6% rispetto al 2022. Export all'85% e private label al 94% del totale

La Doria archivia l’esercizio 2023 con i ricavi in forte crescita. Il primo produttore europeo di legumi conservati (l’attività va dalla produzione di derivati del pomodoro e sughi legumi, ai succhi di frutta a marchio della grande Distribuzione) ha chiuso lo scorso esercizio con un fatturato di 1,23 miliardi di euro, in aumento del 20,6% rispetto al 2022. Il merito è non solo dell’incremento dei listini, ma anche dei volumi venduti, grazie anche agli investimenti effettuati dal gruppo campano negli ultimi anni: circa 142 milioni di euro in totale tra 2019 e 2023, tra cui spiccano i circa 60 milioni per l’aumento della capacità produttiva e per la logistica, gli oltre 20 milioni in interventi relativi alla sostenibilità ambientale e l’efficientamento energetico e i circa 10 milioni per la digital transformation. Quanto all’anno in corso, La Doria ha previsto ulteriori investimenti per oltre 30 milioni nei medesimi ambiti.

Flessibilità al centro del piano

“La crescita è effetto sia della flessibilità del nostro gruppo nel fronteggiare le sfide e cogliere le opportunità, sia della nostra capacità di adattamento alle mutevoli condizioni del mercato – rivendica il ceo Antonio Ferraioli -. Abbiamo mantenuto il focus sullo sviluppo commerciale e sull'espansione dei nostri mercati principali e in parallelo abbiamo continuato a concentrarci sull'ottimizzazione degli approvvigionamenti e dei processi produttivi grazie a nuovi importanti investimenti”.

Per quanto riguarda la composizione del fatturato per tipologia di prodotto, la “Linea rossa” ha messo a segno un progresso del 34%, in forte miglioramento anche la “Linea legumi, vegetali e pasta in scatola” (+27,5%), mentre la “Linea sughi” ha fatto registrare un +26,2%. Infine, la “Linea frutta” mostra un +0,9%, mentre le linee “Trading” – che comprendono i prodotti che la Controllata LDH (La Doria) Ltd importa da terzi e commercializza sul mercato inglese (come la pasta secca, il tonno, il salmone, il mais in scatola e altri) – segnano un aumento del 10,6%.

Il giro d’affari italiano si ferma al 15%

In merito alla suddivisione del fatturato per marchi, nell’esercizio 2023 il peso delle private label ha raggiunto il 95,6%, mentre il restante 4,4% è stato generato con i marchi aziendali e con il copacking industriale.

La ripartizione dei ricavi per area geografica mostra un’incidenza del mercato italiano pari al 15,5%, mentre l'export registra un’incidenza dell’84,5%. Il Gruppo esporta in 60 paesi del mondo: il principale mercato estero resta la Gran Bretagna, seguono la Germania, i Paesi Scandinavi, l’Australia e la Nuova Zelanda e i Paesi dell’Est Europa.

 

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