Telemedicina e nuovo healthcare: a che punto siamo?

Il mercato globale della telemedicina è destinato a crescere nei prossimi anni ad un tasso di circa il 25% annuo, per raggiungere nel 2027 un valore stimato di 560 miliardi di dollari

L'intervento dell’ICT in sanità ormai già presente da alcune decadi (a metà degli anni ’70 se ne parlava per i consulti telefonici) sta trasformando i servizi della salute, rendendoli più veloci, fruibili e performanti. L'innovazione ricopre un ruolo cruciale per sostenere la crescita e la ricchezza delle nazioni, delle persone e delle imprese (ISTAT, rapporto annuale 2019, https://www.istat.it/storage/rapporto-annuale/2019/capitolo5.pdf); inoltre, in tempi difficili, come quelli sconvolti dal Covid- 19, può essere uno strumento per contenere la crisi ed essere un’opportunità in uno scenario seppur drammatico.

Secondo i dati Fortune Business Insights il mercato globale della telemedicina è destinato a crescere nei prossimi anni ad un tasso di circa il 25% annuo, per raggiungere nel 2027 un valore stimato di 560 miliardi di dollari. I driver di questo sviluppo sono, da un lato l’aumento delle aspettative di vita e dell’incidenza delle malattie croniche, dall’altro, la maggiore confidenza dei pazienti con l’adozione e l’utilizzo di strumenti e tecnologie digitali.

Nella tutela della salute, il sistema sanitario nazionale, sia nella sua componente pubblica che privata, si è arricchito di strumenti tecnologici e digitali al fine di migliorare la cura, venendo in aiuto sia dei pazienti che degli operatori: nuovi servizi sono stati sviluppati (monitorando da casa gli utenti), servizi tradizionali vengono resi più efficienti (ad es. referti on line in tempo reale) o si arriva a pazienti più difficili da raggiungere (basti pensare a chi vive lontano dalle strutture ospedaliere, https://digitalhealthitalia.com/sanita-digitale-ecco-come-deve-essere). L'innovazione è quindi divenuta una priorità per la definizione ed il miglioramento delle prestazioni per la salute, specialmente in contesti complessi o di crisi. Nuove soluzioni sono necessarie quando quelle tradizionali sono non più confacenti al sistema.

In questa ottica, esempi di innovazioni sono emerse nel periodo pandemico in Italia, vi è il caso del Centro Servizi e Adi Covid (Assistenza domiciliare integrata) dell’ASST Mantova che ha consegnato alle famiglie investite dal virus, un kit contenente strumenti per la misurazione di febbre, pressione e saturazione, oltre a uno smartphone dotato di scheda SIM che è servito ad entrare in contatto video con il personale sanitario. Ancora, il caso dell’IRCSS Bonino- Pulejo di Messina che ha implementato dei percorsi di riabilitazione post ictus in assistenza da remoto. Altri esempi virtuosi sono quelli del Bambin Gesù di Roma dove i piccoli pazienti da marzo 2020 sono stati inseriti in teleconsulto per non perdere la possibilità di essere visitati. Ancora, l’IRCSS Pascale di Napoli dove i pazienti oncologici possono beneficiare visite da remoto con smartphone e tablet. Infine, l’Ospedale Cotugno di Napoli dove gli stessi pazienti covid che non necessitano ospedalizzazione sono seguiti a distanza con braccialetto misuratore.

Nell’emergenza Covid- 19 il servizio sanitario è stato travolto da un lato dalla necessità di contrastare il virus, dall’altro dalla obbligatorietà del distanziamento per evitare il contagio. La telemedicina, che racchiude tutte le tecniche di diagnosi, cura e monitoraggio a distanza, già introdotta in aiuto di alcune esigenze particolari, come le malattie croniche da sorvegliare costantemente con l’osservazione di parametri anche solo al telefono, è arrivata a sostegno del nuovo scenario. È accaduto così che alcuni pazienti cronici con necessità di essere seguiti costantemente hanno utilizzato controlli da remoto anche più frequenti o, in alcuni presidi ospedalieri, terapie tradizionali riabilitative sono state gestite a distanza. È ad opera del RIN, network degli IRCSS dedicati alle neuroscienze, lo sviluppo di protocolli post traumatici o post ischemici a distanza con l’utilizzo di device di controllo collegati allo smartphone. Ancora, a Torino in pieno lockdown presso il Centro per le Malattie Neuromuscolari, gli ammalati di SLA hanno utilizzato le videochiamate per sostituire le visite, così come il monitoraggio delle patologie (sia dovute all’emergenza che già esistenti) sono stati utilizzati da remoto piccoli dispositivi collegati allo smartphone per controllare la pressione del sangue, l’ossigenazione o altri parametri specifici.

In estrema sintesi, telemedicina, tele-consulto, sanità digitale, e-care sono diventate concetti ormai di uso comune per identificare il nuovo healthcare. Un’attenzione alla tematica è maturata anche tra gli studiosi di management sanitario, che ha reso necessario un’analisi della letteratura scientifica. A tal fine, è stato svolto uno studio (per i dettagli si veda l’articolo Virtual Healthcare: a literature review in business and management field) volto a sistematizzare la conoscenza in ambito di management della sanità e tecnologie. Lo studio evidenzia che la produzione scientifica segue l’immissione nell’assistenza sanitaria di nuovi device o di tecnologia a larga scala, si pensi all’affermazione dello smartphone come misuratore di parametri medici.

Ancora, la produzione scientifica è concentrata in alcune nazioni dove le variabili demografiche e geografiche (principalmente USA e Cina) implicano una maggiore necessità di utilizzo dell’ICT per sopperire distanze e scarsità di presidi sanitari.

Ancora, lo studio evidenzia che in molti casi, le pubblicazioni scientifiche sono frutto di progetti sperimentali d’eccellenza destinati a pochi utenti o a target molto specifici (ad esempio Azienda USL di Bologna e all’Istituto delle Scienze Neurologiche o il progetto SmartCare in Friuli Venezia Giulia) o da implementazioni della sanità digitale in emergenza, come nel caso della pandemia da Covid-19.

Infine, l’analisi svolta evidenzia l’esistenza di quattro cluster. Il primo filone di indagine riguarda il rapporto tra sanità digitale e management: è determinante capire se il vantaggio clinico derivante dalla telemedicina comporta anche in parallelo un miglioramento organizzativo, ed in caso affermativo in quali condizioni. Un secondo cluster di indagine si è invece soffermato sul modello di servizio emergente dall’introduzione dell’ICT e come ciò è percepito da pazienti e caregiver in termini di soddisfazione. Infine, emergono due cluster di analisi trasversali a tutto il percorso di cambiamento, sulla gestione delle informazioni di cura e sulla qualità del processo, elementi essenziali di eccellenza dell’offerta sanitaria, che viene ridisegnata dalle tecnologie digitali.

Lo studio svolto consente la comprensione dell’evoluzione del servizio sanitario. In particolare, l’impatto dell’introduzione nel modello di erogazione delle tecnologie ICT, della telemedicina e di tutta la sanità digitale è tale da poter definire un nuovo paradigma sia in termini di prestazioni cliniche che in termini manageriali. Tale processo è tuttavia connesso strettamente alla contemporanea immissione di alcune leve del cambiamento: la value co-creation, l’engagement di pazienti e caregiver e degli operatori, sono infatti elementi necessari per la trasformazione e per la ridefinizione della mappa dell’ecosistema sanitario.

Stefania Mele stefania.mele@unicampania.it
Filomena Izzo filomena.izzo@unicampania.it
Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli Dip. di Economia

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