Denunce e sollecitazioni per il management dalla LAUDATO SI’

“Fare bene impresa”, “cura della casa comune”: la "sveglia" di papa Francesco al al mondo aziendale nell'enciclica di Papa Francesco.

Leggendo la enciclica Laudato si’ (LS) ho riscontrato tre denunce al mondo manageriale e altrettante sollecitazioni per gli operatori aziendali.

Le principali denunce riguardano:

  1. Il potere tecnocratico;
  2. La finanziarizzazione dell’economia;
  3. La miopia della proprietà privata e del mercato

L’enciclica molto chiaramente denuncia il dominio della tecnica (tecnocrazia), che è vista come un palese sovvertimento della natura umana, in quanto fa dell’efficienza un valore assoluto.

La denuncia del dominio assoluto della finanza - che da “mezzo” di supporto all’economia reale diventa un “fine” - è addirittura documentata con una lettura storica della crisi iniziata nel 2008.

L’ultima denuncia che qui voglio sottolineare è quando, ribadendo la valenza sociale della proprietà privata, il documento correttamente contesta la sua deriva liberista ed individualista.

Dall’enciclica, d’altra parte, vengono almeno tre sollecitazioni agli operatori aziendali (e ai ricercatori di management). Esse possono essere così esplicitate:

  1. Alzare lo sguardo;
  2. Responsabilità piena nei confronti dell’azienda;
  3. Cambiamento dei processi decisionali correnti.

Il Pontefice ci sprona a pensare in grande e a lungo termine rallentando la frenesia del profitto a breve termine, della crescita a tutti i costi in poco tempo. La prospettiva del lungo termine, infatti, sollecita a superare la concezione di fondo antagonistica della dimensione economica, della dimensione ambientale e di quella sociale.

Il richiamo alla responsabilità individuale nei confronti del bene comune (che è il Creato nell’Enciclica), si può declinare anche nei confronti della responsabilità dei manager.

Per il mondo delle imprese, l’Enciclica fornisce alcune indicazioni che consentono di specificare meglio che cos’è la “casa comune” azienda e la conseguente responsabilità dei manager verso il “bene comune”. Anche le aziende, in quanto costituite per il conseguimento di un bene comune, sono esse stesse “bene comune”, di cui occorre “prendersi cura” e “avvalersi” nel rispetto delle esigenze intrinseche alla loro natura, così che rispondano nel migliore dei modi alle attese di tutti coloro che a vario titolo alla loro funzionalità sono interessati (i cosiddetti stakeholder).

Con ciò si afferma implicitamente che l’impresa è la casa comune dei diversi stakeholder, una casa di cui prendersi cura, guardandosi dal cedere alla tentazione di inseguire o di assecondare, nella ricerca del profitto, pure logiche speculative finanziarie di breve termine che avvantaggiano un solo portatore d’interesse. E il venir meno di questa responsabilità piena nei confronti dell’azienda come “casa comune” per la quale si ricerca un “bene comune” è la causa di tutti i problemi aziendali, non solo quelli strettamente ambientali.

Nell’Enciclica ritroviamo, infine, uno stimolo preciso al dialogo e alla trasparenza nei processi decisionali correnti, nel comportamento anche spicciolo quotidiano in azienda. L’attenzione alle scelte concrete, anche apparentemente operative, del Pontefice è quasi sconvolgente quando mostra come con piccole azioni quotidiane si possa aver cura del creato. La stessa attenzione al dettaglio si ritrova quando tratta della necessità della previsione dell’impatto ambientale nelle iniziative imprenditoriali, della interdisciplinarietà dello studio dell’impatto ambientale, del bisogno di sincerità e verità nelle discussioni scientifiche e politiche, senza limitarsi a considerare che cosa sia permesso o meno dalla legislazione (è quest’ultimo un deciso richiamo alla CSR che deve andare oltre quello che la legge richiede).

In conclusione, questi brevi spunti (e molto altri rintracciabili da una lettura più attenta) dimostrano come l’Enciclica, dietro l’apparenza di trattare un tema specifico, rappresenta una sveglia, per tutti, gli imprenditori, i manager e gli studiosi di economia aziendale. E’ come se indicasse delle strade operative (di conversione personale e di azione manageriale) per andare oltre la realtà che lo stesso Pontefice recentemente ha affermato: “l’idea dell’impresa che pensa solo al profitto è finita”.

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